I ricordi mi vengono incontro by Edgar Morin

I ricordi mi vengono incontro by Edgar Morin

autore:Edgar Morin [Morin, Edgar]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Raffaello Cortina Editore
pubblicato: 2021-08-22T16:00:00+00:00


Granada

Il mio ultimo soggiorno in Andalusia ha avuto luogo il 27 marzo 2017, a Granada, con un ritorno differito a causa della bronchite il 7 aprile. I primi due giorni sono occupati dalla mia conferenza all’Università euro-araba e poi, dopo la giornata in ospedale, da un dolce far niente delizioso nell’Albaicín dove Sabah e io consumiamo i nostri pasti, con una vista sia sull’altura che scende fino all’Alhambra, sia dal basso dove si impone al nostro sguardo. In primo piano, alberi in fiore viola, bouganville senza dubbio, poi massicci di verzura, moltissimi alberi generosi che si arrampicano fino alle torri e alle muraglie austere dell’Alcazaba, il palazzo dei re mori che Boabdil dovette abbandonare nel 1492. E, sempre sullo sfondo del mio spirito, il pensiero dell’implacabile purificazione religiosa cattolica, che aveva esiliato i miei ascendenti paterni e gli ascendenti materni di Sabah, risveglia in me la coscienza delle mie origini.

Abbiamo l’impressione di ritrovare qui delle radici, e fantastichiamo di stabilirci durevolmente a Granada o magari non lontano, in riva al mare, a Salobreña, luogo incantato di cui ci parla Federico Mayor.

A Granada, ho avuto un momento di grande felicità con Sabah, mentre eravamo seduti in un ristorante all’aperto, ai piedi della collina frondosa al di sopra della quale si erge l’Alhambra, sotto un Sole appena attenuato da un ombrellino, assaporando melanzane al miele con un bicchiere di Rioja, circondati dal frastuono di conversazioni gioiose, ero staccato da tutto ciò che mi assilla, unito a tutto ciò che mi rasserena, invaso per un po’ di tempo da un senso di pienezza.

Molti rumori provengono dalla folla della domenica, sempre più confusi per il mio udito sempre più debole, ma sono invaso da questo splendore visivo. Vent’anni fa o più andai in un convento delle carmelitane dell’Albaicín, con la terrazza verde da cui potevo contemplare in ogni momento l’Alhambra. A quell’epoca, camminavo bene e mi piaceva scendere giù per la collina fino a rue des Rois catholiques, poi risalirla seguendo la valle. Ieri, Sabah e io eravamo al belvedere di San Nicolas per ammirare dall’alto l’Alhambra. Oggi, la contemplo dal basso, con un intenso sentimento di elevazione. Sabah e Manal mi hanno lasciato seduto al tavolo con il computer e sono andate a passeggiare. Sento di meno, ma la sento ancora un poco, ahimè, questa pressione del tempo che mi ingiunge sempre di affrettare le cose, persino in queste vacanze di convalescenza che mi ricordano di non rientrare troppo tardi finanche quando sono seduto qui, a questa tavola, felice e contemplativo, ma impaziente dell’arrivo del cameriere.



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